Vassoi termosigillati, preparati con modalità affini all’industria farmaceutica, e pasti consumati sul banco di scuola. E non più in locali mensa dove il rischio di assembramento, e quindi di contagio, è certo. E’ questo il futuro per le mense scolastiche di Vercelli e le mense di diversi ospedali piemontesi, tra cui il Sant’Andrea. Un sistema del tutto nuovo, frutto di anni di ricerca e sperimentazione, che torna utile e si adatta perfettamente ai tempi del coronavirus. Dove le parole d’ordine sono distanza, igiene e sicurezza. A portarlo tra le mense delle scuole cittadine, tramite l'Azienda Farmaceutica municipalizzata, sarà Serenissima Ristorazione, gruppo con 14 società correlate, 300 milioni di fatturato e 9000 dipendenti. A capo della società c’è un’azienda a conduzione familiare 100% italiana, con sede a Vicenza. Il gruppo ha sedi in Italia, Spagna e Polonia. Lo stesso gruppo sta costruendo un nuovo stabilimento nell’area industriale di Vercelli, in via Borasio, che sarà inaugurato il 1° luglio. L’investimento è di 9 milioni di euro e la previsione è di 150 nuove assunzioni. L’impianto è la replica più aggiornata di un impianto simile situato a Boara Pisani, piccolo comune nella provincia di Padova, che serve strutture assistenziali e ospedaliere tra il Veneto e la Lombardia. Lo stabilimento gemello nell’area industriale di Larizzate sarà a servizio di analoghe strutture di Piemonte e Liguria, tra cui alcuni ospedali di Torino, Biella e Vco, e aziende private. Al suo interno verranno preparati circa 15.000 pasti al giorno, che andranno a sommarsi a quelli del centro di cottura già esistente in via Libano. «I pasti saranno confezionati in “camere bianche”, simili a quelle presenti nei laboratori delle industrie farmaceutiche - spiega Carlo Garbin, direttore sanità di Serenissima Ristorazione -. Ogni pasto sarà preparato singolarmente e potrà essere consumato dall’alunno direttamente sui banchi, che saranno già distanziati all’interno della classe. Mentre in m
Vassoi termosigillati, preparati con modalità affini all’industria farmaceutica, e pasti consumati sul banco di scuola. E non più in locali mensa dove il rischio di assembramento, e quindi di contagio, è certo. E’ questo il futuro per le mense scolastiche di Vercelli e le mense di diversi ospedali piemontesi, tra cui il Sant’Andrea. Un sistema del tutto nuovo, frutto di anni di ricerca e sperimentazione, che torna utile e si adatta perfettamente ai tempi del coronavirus.
Lo stesso gruppo sta costruendo un nuovo stabilimento nell’area industriale di Vercelli, in via Borasio, che sarà inaugurato il 1° luglio. L’investimento è di 9 milioni di euro e la previsione è di 150 nuove assunzioni. L’impianto è la replica più aggiornata di un impianto simile situato a Boara Pisani, piccolo comune nella provincia di Padova, che serve strutture assistenziali e ospedaliere tra il Veneto e la Lombardia.
Lo stesso sistema di confezionamento e servizio del pasto è già ad uso di alcuni ospedali serviti dal gruppo, in particolare nei reparti oncologici, e garantisce il mantenimento di tutta la catena del freddo. Dallo stabilimento di produzione al luogo dove verranno scaldati e serviti i pasti. «Lavorando in “camere bianche” - precisa Garbin - non ci sarà possibilità di errori e contaminazioni.
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