Realismo mai visto. La resa grafica di questo ambizioso progetto lascia a bocca aperta. Ecco la storia del videogioco divenuto una icona
Il primo simulatore di volo di Microsoft è del 1982. Dietro c'è Bruce Artwick uno studente di Ingegneria elettronica all'Università dell’Illinois . Appassionato di volo e di informatica seguì lo sviluppo del programma fino dalla prima metà degli anni Settanta, aggiungendo aeroporti e velivoli e dettagli, conquistando così una sempre più grande comunità di appassionati che ha iniziato a collaborare con lui a vario titolo al progetto.
Ogni anno e a ogni cambio di sistema operativo usciva una nuova versione del gioco. Superano la dozzina ma sul mercato non è l'unico simulatore di volo. X-Plane di Laminar Research è il più apprezzato fra i piloti ma Flight Simulator resta una icona di quegli anni, un pezzo di storia videoludica che ha frantumato il confine tra due mondi allora lontani come quello degli appassionati di simulatori e quello di chi per hobby ha imparato davvero a volare.
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Francesca Sarasso, il giorno del nuovo singolo: “Canto con ironia il mio Antiamore”Rapporti usa e getta, che replicano schemi con partner diversi perché la frenesia consuma tutto. Francesca Sarasso lo racconta con tanta ironia in «Antiamore», il nuovo singolo uscito ieri. Il brano è disponibile su Spotify, iTunes e sulle principali piattaforme digitali. «Antiamore» è la fine di una relazione, narrata dagli attimi, dalle parole e dalle immagini che accompagnano una separazione ma con uno spirito diverso rispetto ad altre canzoni. La cantautrice vercellese ha deciso di parlare dell’amore con ironia e una certa disillusione, caratteristiche già emerse in lavori precedenti. «Con Antiamore ho voluto disfarmi di tutti i cliché legati alla fine di un rapporto, dando sfogo al mio lato più esageratamente cinico. Ho scritto un brano che non lascia spazio a lacrime e che mi ricorda che l'amore è una cosa fantastica, ma solo fino a quando fila tutto liscio». Il brano è prodotto dall'etichetta Iris Flower e distribuito da Belive. Lo aveva scritto oltre 10 anni fa, ma ha visto la luce solo. «Avrei potuto pubblicarlo prima ma non sarebbe stato il momento giusto, non avrebbe avuto il vestito che ha oggi. Inoltre ora sono seguita da un team importante che mi supporta». Insomma ci è voluta pazienza per aspettare il momento giusto. Come per l'amore: «Al giorno d'oggi l'amore è come le scarpe rotte: non si va dal calzolaio a farle aggiustare ma se ne compra un paio nuovo. Serve pazienza, prendersi cura delle cose e delle persone. Penso alle storie dei nostri nonni: si faceva di tutto per farle funzionare. Ora invece alle prime difficoltà si scappa». Ne è nata una ballata tagliente che racconta la fine di un rapporto eliminando i cliché delle canzoni di amori che naufragano. «Non c'è spazio per le lacrime, anzi: “ti ho lasciato e sto bene”. L'antiamore è un trend, una sorta di spaccato sociale di questo momento storico». Una storia molto diversa da «Non c’incontriamo mai» il brano con cui a Musicultura nel 2017 ha vinto il Premio della Critica e il Premio per la Migli
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Alessandro Barbaglia presenta il suo nuovo romanzo dopo il lockdown: “Vi porto nel ventre della balena”La data è quella del 19 maggio. Martedì. «Nella balena» (Mondadori) di Alessandro Barbaglia sarà uno dei primi libri a uscire dopo il lockdown che ha bloccato tutto il paese per più di due mesi. In un primo tempo l’uscita era prevista per il 31 marzo. Ma tre settimane prima anche il mondo dell’editoria si è fermato, insieme a tutto il resto. Così quella di domani sarà sicuramente la prima presentazione ufficiale di un libro uscito dopo la “fase 1”. Si terrà in totale sicurezza dal Teatro Coccia di Novara, a partire dalle 18, in diretta Facebook sulla pagina di Alessandro Barbaglia, scrittore novarese molto conosciuto a Vercelli anche per il suo lavoro di libraio all’interno della centralissima Libreria Mondadori: «Sarò sul palco, da solo, di fronte alla platea deserta. Dentro al teatro – spiega emozionato l’autore – proprio come dentro al ventre della balena». E non potrebbe esserci posto più indicato di un teatro per questo reading, dove sarà il narratore a prendere per mano gli ascoltatori e futuri lettori alla scoperta della straordinaria storia della balena Goliath. Già, una balena. I protagonisti di questo libro sono tanti, ma tutto ruota intorno a lei, la balena itinerante che attraversò le Alpi e ospitò nel suo ventre migliaia di persone. Accadde anche a Vercelli, dove arrivò per la prima volta nel 1972. «Questo libro – spiega Barbaglia – è strettamente legato a Vercelli. Anni fa, leggendo un saggio in cui il cinema veniva paragonato al ventre oscuro di una balena, mi sono imbattuto nella fotografia di una locandina, che riportava l’immagine di una grande megattera e la scritta “Solo 3 giorni a Vercelli”. È stato quello il mio primo incontro con Goliath. Ho iniziato a chiedere a tutti i clienti della libreria, soprattutto a quelli che avevano l’età giusta per ricordarsene, se a Vercelli fosse davvero arrivata una balena. E mi si è aperto un mondo!» . Sì, a Vercelli la balena era arrivata davvero, e non solo qui. Goliath viaggiò per tutta Italia per molti anni
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Preso il finanziatore del genocidio: comprò i machete per il massacroFelicien Kabuga, 84 anni, si nascondeva sotto falso nome in un appartamento alle porte di Parigi. Ricercato anche per crimini contro l’umanità. Fu tra i fondatori di «Radio Odio»
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Virus: non è la fine, non è il principio - Il Fatto QuotidianoForse la pandemia è finita ma non ci sarà alcun senso di resurrezione. Abbiamo patito molto (più di tutto per il senso di vuoto e la mancanza di guida), siamo rimasti fermi (per necessità ma anche non sapendo dove andare), non abbiamo fatto progetti (come accade persino ai prigionieri, che in detenzione si immaginano continuamente …
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