Questa volta la Juve non fa sconti. Non si fa rimontare e si aggiudica il match-ball che vale il nono scudetto consecutivo. Lo fa battendo quella che è stata - o quel che resta - della rivale che più le ha tenuto testa in questo campionato. I bianconeri superano la bestia nera Lazio, che aveva trionfato in Supercoppa e nella partita d'andata, grazie alla doppietta di Cristiano Ronaldo nella ripresa, dopo un primo tempo giocato su buoni livelli dai padroni di casa. Anche questa volta però, come avvenuto con Sassuolo e Milan, la squadra di Sarri ha scherzato con il fuoco, rischiando di farsi raggiungere dopo aver confezionato il doppio vantaggio. Il rigore di Immobile, causato da un errore di Bonucci, ha riaperto una partita che sembrava chiusa. Ma questa Lazio, con la rosa corta e le energie ridotte al lumicino, non ha avuto la forza per strappare un 2-2 che avrebbe tenuto in parte aperto un campionato che si avvia ormai definitivamente sulla strada di Torino. Quella che prima della ripresa del campionato veniva indicata da tutti come la 'partita scudetto', nella prima mezzora diventa una sorta di caccia del gatto con il topo. Perché la Juve, criticata e messa a nudo dopo i pareggi con Atalanta e Sassuolo e la sconfitta con il Milan, ha voglia di chiudere definitivamente il discorso scudetto prendendosi lo 'scalpo' di una grande per vendicare anche la sconfitta dell'andata e in Supercoppa; i biancocelesti invece, falcidiati dalle assenze, hanno perso ogni certezza e vivono con la paura addosso. Il predominio dei padroni di casa nel primo tempo si spiega più per motivi psicologici che tecnico-tattici. Anche se i forfait tra gli altri di Lulic, Lucas Leiva, Luis Alberto, Correa si notano e si sentono in mezzo al campo. Soprattutto quando dalla parte opposta Sarri può scegliere con maggiore libertà i giocatori a cui affidarsi. E quando Higuain finisce ko nel riscaldamento c'è un Dybala pronto a subentare al suo posto, a completare il tridente con Ronaldo e Douglas Costa
Questa volta la Juve non fa sconti. Non si fa rimontare e si aggiudica il match-ball che vale il nono scudetto consecutivo. Lo fa battendo quella che è stata - o quel che resta - della rivale che più le ha tenuto testa in questo campionato.
Quella che prima della ripresa del campionato veniva indicata da tutti come la 'partita scudetto', nella prima mezzora diventa una sorta di caccia del gatto con il topo.
I biancocelesti si scuotono sul finire del primo tempo con un palo di Immobile, unico lampo nel buio biancoceleste. La superiorità della capolista viene a galla in avvio ripresa. Un fallo di mano di Bastos su un tiro di CR7 spalanca le porte al vantaggio bianconero con lo stesso Ronaldo, che su rigore non sbaglia.
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