La Juventus è andata a Udine per vincere lo scudetto, il nono consecutivo, ma è tornata a casa con una sconfitta bruciante: 2-1 allo scadere con un’Udinese decisamente più in palla degli uomini di Maurizio Sarri. Solita partita, ormai. Le squadre avversarie aspettano serafiche i bianconeri nella propria metà campo, senza pressare, certi che lo sterile, lento, noioso palleggio cosiddetto Sarriball non riuscirà a fare nemmeno il solletico alla difesa. La Juventus 2020/21 non ha un puntero, un centravanti classico, uno cui affidarsi tipo polizza vita quando si è in difficolta, ma non ha nemmeno centrocampisti d’assalto e l’intera pericolosità offensiva è affidata a Cristiano Ronaldo e Paulo Dybala, ieri grigi come gli altri compagni di squadra. È una squadra che non crossa, anche perché in area di rigore non c’è nessuno, si limita a tirare da fuori, da molto fuori area, con combinazioni centrali che non sempre possono riuscire, tanto più che sono l’unica arma a disposizione e a maggior ragione quando la catena destra Danilo-Ramsey-Bernardeschi è da incubo. L’unica nota positiva è stata Rabiot, ancora una volta il migliore in campo. Un missile di De Ligt, il secondo dei due juventini che si è salvato a Udine, ha portato la squadra in vantaggio e fino a mezz’ora della fine lo scudetto è sembrato vinto. Ma questa è una squadra che non tiene il due a zero e a volte nemmeno il tre a zero, figuriamoci una sola rete di vantaggio. Trentotto gol subiti, quinta sconfitta, è una cosa che non esiste nella storia della Juventus, in particolare di una Juventus vincente. E così, nel secondo tempo, complice un rientro di Alex Sandro da scapoli e ammogliati, l’Udinese ha pareggiato. C’era ancora tutto il tempo del mondo per riprendersi lo scudetto, ma la Juventus non ha mai più tirato in porta, nonostante i cambi di Sarri. In porta ha tirato l’Udinese, e ha fatto il due a uno. Manca ancora una vittoria, mancano tre partite, vediamo di non fare altri scherzi.
La Juventus è andata a Udine per vincere lo scudetto, il nono consecutivo, ma è tornata a casa con una sconfitta bruciante: 2-1 allo scadere con un’Udinese decisamente più in palla degli uomini di Maurizio Sarri. Solita partita, ormai. Le squadre avversarie aspettano serafiche i bianconeri nella propria metà campo, senza pressare, certi che lo sterile, lento, noioso palleggio cosiddetto Sarriball non riuscirà a fare nemmeno il solletico alla difesa.
La Juventus 2020/21 non ha un puntero, un centravanti classico, uno cui affidarsi tipo polizza vita quando si è in difficolta, ma non ha nemmeno centrocampisti d’assalto e l’intera pericolosità offensiva è affidata a Cristiano Ronaldo e Paulo Dybala, ieri grigi come gli altri compagni di squadra. È una squadra che non crossa, anche perché in area di rigore non c’è nessuno, si limita a tirare da fuori, da molto fuori area, con combinazioni centrali che non sempre possono riuscire, tanto più che sono l’unica arma a disposizione e a maggior ragione quando la catena destra Danilo-Ramsey-Bernardeschi è da incubo. L’unica nota positiva è stata Rabiot, ancora una volta il migliore in campo.
Un missile di De Ligt, il secondo dei due juventini che si è salvato a Udine, ha portato la squadra in vantaggio e fino a mezz’ora della fine lo scudetto è sembrato vinto. Ma questa è una squadra che non tiene il due a zero e a volte nemmeno il tre a zero, figuriamoci una sola rete di vantaggio. Trentotto gol subiti, quinta sconfitta, è una cosa che non esiste nella storia della Juventus, in particolare di una Juventus vincente.
che cerco di capire il mondo attraverso opinioni autorevoli e informazioni complete e il più possibile obiettive. La carta stampata è un patrimonio democratico che va difeso e preservato.Ho comprato per tutta la vita ogni giorno il giornale. Da due anni sono passato al digitale. Abito in un paesino nell'entroterra ligure: cosa di meglio, al mattino presto, di.... un caffè e La Stampa? La Stampa tutta, non solo i titoli....
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