Ho sempre pensato che se avessi avuto una macchina del tempo, ci sarebbe stato un solo posto, e un solo anno, in cui avrei voluto stare. Le recensioni 📖 di Tuttolibri .
Ho sempre pensato che se avessi avuto una macchina del tempo, ci sarebbe stato un solo posto, e un solo anno, in cui avrei voluto stare: il 1977 a New York. Patti Smith non si era ritirata dalle scene, e somigliava ancora alla poetessa maleducata che avevo scoperto nella biblioteca di mia madre, grazie a una raccolta intitolatapubblicata in Italia da Elèuthera.
endicavo una somiglianza con loro. «Quand’è che una cresta diventa una vera cresta?» si chiede uno dei personaggi dedi Jennifer Egan, ed era la stessa domanda che mi facevo io. Anche se non indossavo quei vestiti, e non avevo i segni dell’avanguardia addosso, era la convinzione che contava: per me le mie spille da balia sono sempre state vere.
Ci sono libri che semplicemente infrangono una barriera: dopo averli letti, diventa impossibile anche solo ricordare chi si è stati prima.
È successo quando ho letto una biografia di Kathy Acker scritta da Chris Kraus, una delle scrittrici americane a cui sono più affezionata.
prima che chiudesse, e la mia adolescenza, come quella di tanti coetanei, si è definitivamente «smagicizzata». Finalmente, o purtroppo, la nostra malinconia aveva un nome.
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