Lungaggini burocratiche, guadagni ridotti, mascherine obbligatorie in cantiere e colloqui solo al telefono o via Skype. Lavorare nel pieno dell’emergenza coronavirus non è stato semplice per i tanti professionisti appartenenti ai diversi Ordini, dagli ingegneri agli architetti, dagli avvocati e geometri agli amministratori di condominio. Per tanti di loro i due mesi passati sono stati difficili, e il futuro è pieno di incognite. «Siamo stati chiusi al pubblico, ma abbiamo dovuto interpretare una serie di decreti per dare le giuste direttive ai nostri clienti», osserva Andrea Coppo, titolare di uno dei più conosciuti studi di commercialisti a Vercelli. «Abbiamo faticato non poco per applicare alcune norme inerenti la cassa integrazione, e ci siamo scontrati con tante persone preoccupate. Ora ci stiamo attrezzando per riaprire: lo faremo la settimana prossima». Come? «Con pannelli di plexiglass e mascherine per i dipendenti. E facendo entrare i clienti uno alla volta. Aspetteremo uno o due giorni prima di toccare i documenti che ci verranno dati: sono tutti mezzi per eliminare la paura del contagio. Le riviste specializzate indicano fino al 50% di mancato guadagno nel nostro settore». I legali e i tecnici Anche per gli avvocati non è stato facile: «Dall’8 marzo i contatti con i clienti avvenivano unicamente tramite email e telefonate - racconta l’avvocato vercellese Roberto Rossi -; gli uffici giudiziari di Vercelli, tra tribunale e procura, sono sempre stati operativi, e sono stati predisposti protocolli che hanno consentito a noi avvocati di lavorare in base alle nostre esigenze. Ora gli stessi protocolli sono stati adeguati alla “fase 2”: siamo stati tra i primi in Italia e siamo stati presi ad esempio da altre realtà giudiziarie». Senza il contatto diretto, o sopralluoghi fisici, si è cercato ugualmente di proseguire nelle attività quotidiane anche tra i geometri e gli amministratori di condominio: «Abbiamo fatto un primo periodo di chiusura al pubblico - sottolin
Lungaggini burocratiche, guadagni ridotti, mascherine obbligatorie in cantiere e colloqui solo al telefono o via Skype. Lavorare nel pieno dell’emergenza coronavirus non è stato semplice per i tanti professionisti appartenenti ai diversi Ordini, dagli ingegneri agli architetti, dagli avvocati e geometri agli amministratori di condominio. Per tanti di loro i due mesi passati sono stati difficili, e il futuro è pieno di incognite.
Finora nessun incontro dal vivo, ma solo via telefono o Skype, per lo studio tecnico di ingegneria Pasquino, a Borgo Vercelli. «Ora potremo ricevere massimo una o due persone al massimo, sempre a distanza. E ogni volta igienizzeremo tutto», raccontano dallo studio. «Se si tratta di un sopralluogo in cantiere, useremo mascherine e gel igienizzanti, evitando qualsiasi contatto diretto.
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