Un gruppo di ragazzi di Napoli hanno deciso che nessuno, in città, deve restare senza pane, e si sono messi all'opera per sfornarlo e consegnarlo ogni giorno alle famiglie e persone in difficoltà
Sei ragazzi contro il coronavirus, contro un dramma economico-sociale che non conosce più quartieri, contro il vuoto che dura per molte famiglie già da troppe settimane. Un vuoto da riempire con un prodotto semplice, ma potente: il: un viaggiatore professionista, uno chef, tre pizzaioli e un artista.
che hanno deciso che nessuno, a Napoli, deve restare senza pane, e si sono messi all’opera per sfornarlo e consegnarlo ogni giorno a chi ne ha bisogno«Produciamo noi il pane, almeno duecento chili al giorno in cambio di niente», afferma fiero è un po’ commosso Luca Napoleone. « Lo consegniamo personalmente alla Protezione Civile, ai Comuni, alle associazioni, ai volontari o alle famiglie in difficoltà
. A volte ci contattano le istituzioni. Altre volte, invece, direttamente chi il pane non ce l’ha». E i soldi? «Gli sponsor ci sostengono come eroi, il resto lo finanziamo noi. Spostamenti, benzina, autostrada e spese varie: di tasca nostra, perché in questo momento è la cosa giusta da fare e quindi va bene così»., titolare del Mulino Caputo di Napoli, che mette a disposizione la farina e tutto quanto il resto.
È Napoli che si rimbocca le maniche, che salva la gente, che non si arrende. È un popolo, al limite della sofferenza e dello stento ma anche al vertice della dignità e dell’orgoglio, che tende la mano a se stesso e che alla fine ce la fa, perché ce la farà sempre. E il pane, re umile di tutte le tavole, non è mai stato così buono.
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