Matematica contro il virus: il lavoro della task force di Boston guidata da Vespignani
Al decimo piano sopra la Back Bay di Boston c'è un luogo molto speciale dove lavora un team di scienziati guidato da un italiano cinquantenne, che fu già decisivo nell'aiutare l'Organizzazione mondiale della Sanità a comprendere le dinamiche di diffusione dei virus Ebola e Zika, e da qualche tempo si è messo a lavorare sul Covid-19.
Di solito nella storia anche recente gli scienziati hanno tracciato i virus seguendo i virus, cioè dal punto di vista della medicina, ossia le dinamiche epidemiologiche e le caratteristiche mediche dell'infezione, ma è evidente che atraverso i social network gli strumenti che abbiamo si sono moltiplicati in modo esponenziale.
Su facebook su Instagram e twitter, nelle ricerche su Google. La fisica e la scienza dei network finisce per essere illuminante. «Siamo come in un tempo di guerra - ha detto Vespignani a-. Abbiamo già lavorato così su Ebola e Zika. In queste situazioni lavoriamo continuamente, modellando e rimodellando i network». E facendo consulenza anche all'americano Cdc, il Centers for Disease Control and Prevention.
«Andando avanti - scrivono - prevediamo che le restrizioni di viaggio verso le aree colpite da COVID-19 avranno effetti modesti». Riassumendo brutalmente la ricerca: «All'inizio del divieto di viaggio da Wuhan il 23 gennaio 2020, la maggior parte delle città cinesi aveva già ricevuto molti viaggiatori infetti.
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