Libano, la vita disperata dei profughi siriani. E il giudizio del Mereghetti su «Tenet»
Il 4 agosto, nel porto di Beirut, esplode un deposito contenente 2.750 tonnellate di nitrato di ammonio, un fertilizzante chimico abbandonato e incustodito da 6 anni. A tre settimane di distanza da quello scoppio che ha devastato interi quartieri, il numero dei morti è superiore a 180, ma non è ancora definitivo. Nell’episodio di oggi del podcast «Corriere Daily» Lorenzo Cremonesi ci spiega perché il simbolo di questa tragedia sono i 300.
000 abitanti di Beirut rimasti senza casa. E ce lo spiega da un luogo molto particolare: la valle della Bekaa, dove si trovano molti dei quasi due milioni di profughi siriani che sono fuggiti nel vicino Libano "Corriere Daily è il podcast che, dal lunedì al venerdì, racconta e approfondisce l'attualità attraverso le voci dei giornalisti del Corriere della Sera.
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“Tenet”, Nolan il prestigiatore si gioca il futuro del cinemaSia perché è diretto da Christopher Nolan, sia per via del mistero mantenuto sul lambiccato meccanismo del plot, sia per l’incerto esito di una coraggiosa e massiccia (600 copie) uscita in sala sfidando i (giusti!) timori del Covid, Tenet è un film attesissimo, su cui pesa l’interrogativo: come reagirà il pubblico di fronte a una pellicola tanto visionaria quanto intricata? Si parte con un feroce attacco terroristico a un teatro d’opera ceceno dove facciamo conoscenza dell’agente CIA John David Washington, che tosto si trova incaricato della missione impossibile di sventare una terza fatale guerra mondiale. In collaborazione con il disinvolto collega britannico Robert Pattinson, Washington dovrebbe bloccare le trame dell’oligarca assettato di potere Kenneth Branagh, assicurandosi la complicità della diafana moglie di lui, Elizabeth Debicki, che ha buoni motivi per odiarlo. E’ uno schema narrativo che ben conosciamo: in pratica saremmo dalle parti di James Bond, eroe molto amato da Nolan, se non fosse per il paradosso temporale su cui si struttura la storia, agganciandosi alla teoria dell’inversione del tempo. Come dire che andando a ritroso nel tempo l’effetto viene prima prima della causa. Il terreno è quello della fisica quantistica, che Nolan affronta con la consulenza dell’americano Kip Thorne, uno dei padri fondatori dell’astronomia gravitazionale; e anche se Pattinson ogni tanto distilla perle di sapere atte a sciogliere i dubbi degli spettatori fra una pausa e l’altra dell’avventura, si tratta di roba complicata. Tuttavia invece di farsi venire il mal di testa per tentare di capire, meglio abbandonarsi al ritmo incalzante di un’azione che rimbalza da Tallinn a Londra, da Mumbai alla Costiera Amalfitana, sul filo di un presente che contiene in se passato e futuro. Finché a un certo punto il film non si riavvita letteralmente all’indietro rivelando la natura “palindroma” esemplificata dal titolo Tenet; e concludendosi con un finale condotto acrobaticamente su d
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