Ieri si sono incontrati dopo molto tempo i sindacati e la Confindustria. L’argomento da trattare era il rinnovo dei contratti, ma si può immaginare che sia stata l’occasione per fare il punto sui rapporti reciproci e su quelli col governo. Vedremo come evolveranno i rapporti. Ma per ora resta aperta l’evidente contraddizione tra l’appello che entrambe le parti sociali hanno ripetutamente, ma separatamente, lanciato per un dialogo efficace e costruttivo che le coinvolga nelle scelte politiche strategiche e la mancanza di una piattaforma comune e di prospettive condivise che spingano effettivamente il governo a fare passi concreti in tale direzione Occorre riconoscere che potrebbe essere molto utile il coinvolgimento delle grandi organizzazioni degli interessi nella definizione delle principali politiche economiche e sociali, secondo un modello che continua a essere ampiamente praticato dai paesi dell’Europa Centro-Settentrionale, Aiuterebbe a stabilire quel clima di cooperazione e di compromesso positivo, necessario di fronte alla gravità dei problemi, resi ancora più pesanti dall’epidemia. Ciò appare ancor più evidente se si tiene conto della particolare debolezza in Italia della rappresentanza che passa attraverso il circuito elettorale per il tramite dei partiti. Essa si manifesta nell’orientamento fortemente schiacciato sul breve termine dell’azione politica e nella connessa difficoltà di prendere misure che comportano una resa più differita nel tempo e non sono immediatamente e specificamente appropriabili da gruppi particolari, come nel caso di beni collettivi (per esempio: infrastrutture materiali e immateriali, crescita del capitale umano, sistema di welfare orientato in senso universalistico, tassazione efficace e progressiva). Viene invece sistematicamente privilegiato l’uso di risorse in chiave distributiva (incentivi, sgravi, agevolazioni, sussidi, condoni) che hanno un impatto rapido e permettono di stabilire un rapporto di rappresentanza diretto tra for
Ieri si sono incontrati dopo molto tempo i sindacati e la Confindustria. L’argomento da trattare era il rinnovo dei contratti, ma si può immaginare che sia stata l’occasione per fare il punto sui rapporti reciproci e su quelli col governo. Vedremo come evolveranno i rapporti.
Ciò appare ancor più evidente se si tiene conto della particolare debolezza in Italia della rappresentanza che passa attraverso il circuito elettorale per il tramite dei partiti.
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