Dubbi sull’intesa per il gasdotto. La Germania aumenta la pressione sul governo Putin affinché certifichi la propria estraneità all’attacco contro lo strenuo oppositore.
Berlino aumenta la pressione su Mosca affinché faccia chiarezza sull’avvelenamento di Navalny. Soltanto un paio di giorni è il tempo che il Ministro degli esteri tedesco Heiko Maas vuole concedere al Cremlino perché certifichi la propria estraneità all’attacco al più strenuo oppositore di Vladimir Putin.
Maas è il primo diretto rappresentante del governo tedesco a minacciare espressamente un congelamento del maxi progetto Nord Stream 2 in caso di una mancata cooperazione di Mosca nella risoluzione del caso Navalny. Tuttavia per Berlino resta indispensabile che eventuali sanzioni vengano valutate e decise insieme ai partner di Ue e Nato, e non unilateralmente dalla Germania.
Per Maas è necessario iniziare a riflettere su sanzioni con effetto mirato, anche perché l’attacco a Navalny rappresenta una violazione gravissima della Convenzione internazionale sulle armi chimiche e sarebbero molti gli indizi che lasciano pensare a un coinvolgimento del Cremlino. Un’accusa cui Mosca non ha mancato di ribattere nel giro di poche ore.
Al di là dei rimpalli verbali tra i due governi, in Germania si è aperto un dibattito collaterale sul Nord Stream 2. Politici dell’Unione e dei Verdi chiedono all’ex cancelliere Gerhard Schröder , notoriamente vicino a Putin, di lasciare la sua posizione di presidente del consiglio di amministrazione della società Nord Stream 2 AG, di cui il gruppo russo Gazprom è di fatto unico detentore di quote.
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