L’ex rettore dell’Università di Trento, Davide Bassi: «Il tempo sprecato è costato molte perdite evitabili. Bene solo il Veneto. All’inizio bisognava essere molto veloci nel prendere decisioni, adesso serve grande cautela»
«Il grafico non è una dimostrazione, ma rende l’idea. Più test meno decessi. A Trento si sono perse due settimane prima di decidere come fare i test, questo ritardo nella fase di crescita esponenziale ha significato il raddoppio dei casi. I dati sono aggiornati al 26 marzo.
«Con 15 giorni di ritardo hanno capito tutti che bisogna fare più tamponi. Adesso i problemi sono tecnici. Abbiamo trovato le macchine e il personale, anche grazie alla rete universitaria robusta che si è messa a disposizione, ora servono i materiali, reagenti e bastoncini per campionare, rischiamo di avere una carenza su questo».«Il blocco è lo strumento principale che abbiamo in questo momento. Dobbiamo ragionare tutti come se fossimo positivi asintomatici.
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