Il titolare dell’Economia alla Camera chiarisce: “quelli sulla liquidità sono interventi assolutamente necessari, ma non bastano, Bisognerà intervenire anche per via fiscale”. No a condoni, sì ad altri rinvii degli adempimenti fiscali.
“E' evidente che negli ultimi giorni stiamo assistendo finalmente a un'impennata delle richieste di garanzia al Fondo da parte delle banche, il trend conferma quanto ci aspettavamo. Negli ultimi giorni, dopo la lentezza iniziale, assistiamo a un'impennata delle richieste di garanzia al fondo", che "riflette anche una maggiore fiducia delle persone nel richiedere i prestiti".
Per il ministro, le misure per la liquidità delle imprese "sono fra le più ampie in Europa”: “le garanzie pubbliche superano i 400 miliardi di euro mentre quelle del primo decreto investono circa 340 miliardi di euro, cifre molto consistenti che appunto collocano l'Italia tra i Paesi che sostiene con garanzia pubbliche interventi di liquidità con dimensioni più ampie".
Detto questo, ha proseguito il ministro dell’Economia, le misure di liquidità contenute nel decreto legge “da sole non sono sufficienti ad affrontare adeguatamente la crisi economica, ma è altrettanto evidente che si tratta di interventi assolutamente necessari".
E poi c’è l’appuntamento col prossimo decreto legge di sostegno: "ci saranno misure anche molto importanti a sostegno delle imprese del nostro comparto produttivo anche sotto forma di contributi a fondo perduto e sostegno alla capitalizzazione, investimenti e innovazione", ha chiarito il ministro. Ed è chiaro che i prestiti “non bastano per risolvere questa crisi, non l’abbiamo mai detto.
Rispondendo alle domande dei parlamentari, Gualtieri ha anche detto che i condoni fiscali non rientrano “tra le linee politiche di azione di questo governo. La crisi ci ha insegnato che sia fondamentale avere un sistema fiscale amico dei cittadini, semplice, ma anche avere un giusto contrasto all'evasione".
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