Giorgio Rivetti: “I nostri vini tra Langa e Astigiano, un successo anche con il Covid”

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«Avevo sei anni.

prima vendemmia nella memoria di Giorgio Rivetti risale al 1963. «Avevo sei anni: il primo ottobre iniziavo ad andare a scuola e in campagna, a Castagnole Lanze, si iniziava a raccogliere la barbera. Tutti insieme tra i filari lo stesso giorno, senza tante analisi. A quell’epoca decideva il parroco e se il tuo vicino incominciava a vendemmiare, lo facevi anche tu.

«Grazie al Moscato, siamo arrivati al Barbaresco. Il primo è nato nel 1995 dal vigneto Gallina, poi Starderi nel 1996 e Valeirano nel 1997. Poco dopo è arrivato anche il Barolo. La nostra filosofia è semplice: dietro a un grande vino, c’è un’uva eccezionale. Dedichiamo la maggior parte del tempo alla terra per far risaltare le peculiarità di ogni singolo vigneto».

iù di vent’anni, la contrapposizione tra barrique e non barrique non conta più nulla: conta l’aver portato il Barolo e il Barbaresco sulle tavole di chi beveva solo Bordeaux e Borgogna».

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