'Il rischio è un'incombente crisi alimentare, a meno che non vengano rapidamente adottate misure a tutela dei più vulnerabili, mantenendo attive le filiere di approvvigionamento agricolo globali e mitigando l'impatto della pandemia su tutto il sistema alimentare'. E' quanto ha detto il direttore generale della Fa Qu Dongyu lanciando l'allarme sull'aumento della fame nei paesi vulnerabili a causa del covid-19 durante l'evento virtuale di alto livello delle Nazioni Unite sugli interventi umanitari. 'Le donne rurali sono tra le più vulnerabili e tra le prime a perdere il reddito', ha sottolineato Qu. A pagare le maggiori conseguenze sono Afghanistan, la Repubblica Centroafricana e la Somalia. Nei tre Paesi le ultime stime mostrano che rispettivamente 10,3 milioni di persone stanno affrontando livelli di crisi di fame acuta o peggiore, nel secondo circa 2,4 milioni di persone sono in stato di 'crisi' o livelli superiori di insicurezza alimentare acuta e in Somalia 3,5 milioni di persone, il triplo rispetto ai numeri di inizio anno, saranno esposte a livelli di 'crisi' o peggiori. Secondo l'edizione 2020 del Rapporto Globale sulle Crisi Alimentari redatto dalla Fao in collaborazione con l'Unione Europea e altri 13 partner, prima della pandemia 135 milioni di persone in tutto il mondo erano già esposte a fame acuta causata da conflitti, shock climatici e recessione economica. Altri 183 milioni di persone rischiavano la fame estrema in caso di un ulteriore trauma. La Fao ha richiesto 350 milioni di dollari a sostegno di una serie di attività volte ad aiutare gli agricoltori poveri a continuare a lavorare, a tutelare la continuità delle filiere di approvvigionamento e dei mercati alimentari e a scongiurare che il settore alimentare diventi un vettore per la trasmissione della malattia.
"Il rischio è un'incombente crisi alimentare, a meno che non vengano rapidamente adottate misure a tutela dei più vulnerabili, mantenendo attive le filiere di approvvigionamento agricolo globali e mitigando l'impatto della pandemia su tutto il sistema alimentare".
Secondo l'edizione 2020 del Rapporto Globale sulle Crisi Alimentari redatto dalla Fao in collaborazione con l'Unione Europea e altri 13 partner, prima della pandemia 135 milioni di persone in tutto il mondo erano già esposte a fame acuta causata da conflitti, shock climatici e recessione economica. Altri 183 milioni di persone rischiavano la fame estrema in caso di un ulteriore trauma.
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