ROMA. L’appuntamento era fissato per il 15, secondo le indicazioni del Dpcm del 17 maggio, ma le sale cinematografiche, dopo aver attraversato il dramma del lockdown, resteranno vuote e buie perché le nuove norme che ne definiscono il funzionamento non «permettono ancora alcuna sostenibilità economica». In particolare, fa sapere l’Associazione Nazionale Esercenti Cinema in un comunicato diffuso al termine di lunghe consultazioni , resta «incomprensibile» l’obbligo dell’uso della mascherina» anche dopo aver preso posto in sala» seguendo, ovviamente, la norma del distanziamento di almeno un metro. Insomma, suggeriscono i proprietari dei cinema, in platea potrebbe succedere quello che avviene nei ristoranti e cioè che «al momento dell’occupazione del posto in sala il cliente possa rimuovere la protezione delle vie aeree». Andare al cinema, sottolineano ancora gli esercenti, significa anche «visione in compagnia e consumo di prodotti durante la proiezione. Il permanere dell’obbligo della mascherina all’interno della sala, durante tutta la visione del film» non permette l’avvio della tanto sognata ripartenza «compromettendo l’esperienza cinematografica del pubblico e minando uno dei cardini chiave dell’economia delle sale». Anche i cinema intenzionati a riaprire a questo punto rimarranno chiusi «rallentando il già difficile processo di ritorno alla normalità», complicato da forti limitazioni numeriche che non riguardano, ad esempio, «le attività fieristiche, convegnistiche e per i luoghi di culto». In altri Paesi europei, come la Francia, il problema delle sale è stato risolto in modo diverso: «Non si prevede obbligo della mascherina durante la visione del film, è consentita la vendita di prodotti dalle aree ristoro, ed è stabilito che lo spazio libero tra gli spettatori in sala, salvo le deroghe per familiari, deve essere garantito con una sola poltrona libera». Secondo l’Anec «l’attuale situazione epidemiologica» e «le misure concesse alle altre attività aperte al pubb
ROMA. L’appuntamento era fissato per il 15, secondo le indicazioni del Dpcm del 17 maggio, ma le sale cinematografiche, dopo aver attraversato il dramma del lockdown, resteranno vuote e buie perché le nuove norme che ne definiscono il funzionamento non «permettono ancora alcuna sostenibilità economica».
Andare al cinema, sottolineano ancora gli esercenti, significa anche «visione in compagnia e consumo di prodotti durante la proiezione. Il permanere dell’obbligo della mascherina all’interno della sala, durante tutta la visione del film» non permette l’avvio della tanto sognata ripartenza «compromettendo l’esperienza cinematografica del pubblico e minando uno dei cardini chiave dell’economia delle sale».
In altri Paesi europei, come la Francia, il problema delle sale è stato risolto in modo diverso: «Non si prevede obbligo della mascherina durante la visione del film, è consentita la vendita di prodotti dalle aree ristoro, ed è stabilito che lo spazio libero tra gli spettatori in sala, salvo le deroghe per familiari, deve essere garantito con una sola poltrona libera».
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