Coronavirus: mariti in quarantena? Finalmente lavano i piatti
così massiccio, duraturo e soprattutto imposto dalla necessità. «Non tutti i lavori possono essere smart allo stesso modo: soprattutto se si è a tempo pieno, si può soffrire per l’isolamento», continua la professoressa Profeta. «MaQuella che oggi è una drammatica necessità potrebbe in futuro sbloccare le differenze di genere».
, della consulente americana Eve Rodsky : se neppure lo smart working funziona, provate con il gioco di carte per coppie che propone l’autrice e che, lei dice, ha portato la pace in famiglia. Se la definiscono la Marie Kondo delle faccende domestiche, una ragione ci sarà. Forse.«Lo smart working migliora la produttività? Avrei qualche dubbio. Io lavoro al tavolo della sala, mia moglie è di fronte con le cuffie; o parlo io, o parla lei.
che il suo fosse più una routine e soprattutto era lei a chiedermi com’era andata la giornata, quando rientravo, e non il contrario. A vederla così indaffarata, tra il suo smart working e casa, viene spontaneo dare una mano. I ragazzi cucinano e sono anche bravi, io carico e scarico la lavastoviglie; stiamo acquisendo tutti delle nuove abitudini. Per la prima volta ci occupiamo gli uni degli altri in modo equo, e mia moglie è meno oberata. Resterà qualcosa quando torneremo in ufficio? Sarebbe giusto, ma onestamente non lo so. La sera noi uomini ci accomodiamo sul divano, le mogli neanche ci arrivano, al divano.
«Mi ritengo un marito abbastanza collaborativo, anche se di sicuro mia moglie non lo sottoscriverebbe. Il pavimento è pulito? Per me sì, ma lei ha una percezione diversa. Ora siamo entrambi a casa e ho fatto delle scoperte sensazionali; per esempio, dove vanno le cose. Quando entro a casa lascio le chiavi qua, la borsa là, le scarpe e il cappotto da un’altra parte. Lei dice che sono abituato all’elfo domestico, perché tutto scompare, qualcuno misteriosamente riordina.
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